Riforma del Catasto 2022, cos’è e cosa succederà?

Il catasto è al centro della nuova riforma fiscale voluta dal Governo Draghi, ma è anche un ostacolo sul quale quest’ultimo ha rischiato di cadere il 3 marzo in Commissione Finanze della Camera. Oggi scopriremo cos’è la nuova Riforma del Catasto che si aspettava da anni, cosa prevede per i proprietari d’immobili e perchè scatena la tensione in parlamento.

Da una parte Draghi, che vuole far emergere immobili non registrati, dall’altra il centrodestra, che teme un aumento delle spese per gli italiani. Al centro di tutto l’art. 6 della Legge Delega della Riforma Fiscale, oggetto di un emendamento non passato per un solo voto che ne prevedeva la soppressione. Cos’è e cosa prevede la Riforma del Catasto 2022 che dovrebbe essere all’interno della più ampia Riforma Fiscale?

Riforma del Catasto 2022, cos'è e cosa succederà?
Riforma del Catasto 2022, cos’è e cosa succederà?

Cos’è il Catasto e cosa riguarda?

Chiamato anche censimento a fini fiscali in epoche remote, per catasto si intende l’insieme di documenti, atti, possessori, rendite, vincoli e diritti finalizzati alla rilevazione fiscale di beni immobili, che consenta all’Agenzia delle Entrate di dar loro una specifica classe e favorire la condivisione di tale documentazione. E’ inizialmente disciplinato dal Regio Decreto-Legge 652/1939 e in seguito da successive modifiche, come:

  • Regolamento 1142/1949
  • D.L. 26/1968
  • D.L. 133/1994
  • D.P.R. 138/1998
  • D.L. 135/2012

La classe catastale è definita dai seguenti criteri:

  • Livello delle finiture 
  • Servizi in dotazione 
  • Dimensione e posizione dei vani 
  • Funzionalità offerte
  • Posizione
  • Luminosità delle stanze

Essa può variare con eventuali miglioramenti dell’unità immobiliare, incidendo sulla rendita catastale. Se i comuni più piccoli possono avere una sola classe, nelle grandi città se ne possono avere diverse, suddivise per categorie:

  • A, Abitazioni e uffici
  • B, Immobili destinati a servizi
  • C, Immobili commerciali e pertinenze
  • D, Immobili a destinazione speciale
  • E, Immobili a destinazione particolare
  • F, Entità urbane
  • T, Terreni

Si parla di catasto nel d.d.l. 05/10/2021, contenente la Legge Delega alla Riforma Fiscale: l’art. 6 prevede la modifica del sistema di rilevazione catastale degli immobili, con nuovi strumenti per comuni e Agenzia delle Entrate a decorrere dal 01/01/2026.

Cosa prevede la Riforma del Catasto 2022 e perchè ha rischiato di far cadere il Governo?

Negli ultimi giorni c’è stata alta tensione nel Governo, con la maggioranza che il 3 marzo 2022 si è divisa in Commissione Finanze della Camera sull’art. 6 della Legge Delega della Riforma del Catasto 2022. Due le posizioni:

  • Il presidente del consiglio Mario Draghi e il ministro di Economia e Finanze Daniele Franco, con l’appoggio di Partito Democratico e Italia Viva, che intendono far comparire nei registri pubblici fabbricati e terreni non ancora censiti o non correttamente censiti perchè non in linea con la loro reale consistenza
  • Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che propongono un emendamento soppressivo all’articolo temendo che ciò porti ad ulteriori aumenti delle tassazioni sulle proprietà immobiliari degli italiani

Neutrale Movimento 5 Stelle, mentre Forza Italia, inizialmente pronta a mediare, si schiera successivamente con un centrodestra compatto; il giorno stesso c’era stata una telefonata tra Draghi e Berlusconi sul possibile sostegno, conclusasi però con la resistenza del presidente di FI.

Facendo discutere, l’art. 6 prevede modifica e modernizzazione dell’attuale sistema di rilevazione catastale sugli immobili, introducendo nuovi strumenti a disposizione di singoli uffici comunali e Agenzia delle Entrate a partire dal 1 gennaio 2026, al fine di facilitare individuazione e classificazione, nonché la condivisione della documentazione necessaria. Con tale manovra si intendono far emergere inoltre:

  • Terreni agricoli edificabili
  • Casi d’abusivismo edilizio

Il d.d.l. prevede anche che per ogni immobile venga determinato un valore patrimoniale e una rendita calcolata su parametri OMI (Osservatorio Mercato Immobiliare). Le informazioni reperite non verranno però utilizzare per determinare la base imponibile dei tributi catastali né a fini fiscali. I riferimenti potranno essere IMU o reddito ISEE, con eventuali oneri successivamente calcolati con la predisposizione di Decreti Delegati.

Riforma Catasto 2022, quali posizioni politiche?

Nella serata del 3 marzo, l’emendamento sulla soppressione dell’art. 6 è stato bocciato per un solo voto, con 23 voti favorevoli e 22 contrari.

Dopo questo voto che porta all’aumento delle tasse sulla casa per gli italiani, svelando le vere intenzioni di centrosinistra e 5S, da oggi ci sentiamo liberi di votare secondo quelle che sono le indicazioni della politica fiscale da sempre della Lega, che sono flat tax, regimi speciali, cedolare secca, semplificazioni, battaglia sulle cartelle, saldo-acconto. E voteremo con chiunque ci appoggi su queste proposte.

Queste le parole dei deputati leghisti Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, che confermano l’opposizione dura del partito alla Riforma sul Catasto come è stata decisa nella Delega Fiscale.

Non accettiamo che il governo imponga l’agenda, diciamo no ad una nuova patrimoniale, il centrodestra ci segua in questa battaglia.

A rafforzarle, sono queste le parole del deputato Marco Osnato di Fratelli d’Italia, che si unisce alla posizione del centrodestra contro la riforma.

per il Governo, al di fuori del percorso tracciato, l’esame del disegno di legge non potrà proseguire e probabilmente la stessa esperienza di Governo potrà concludersi.

Questo infine ciò che ha detto il giorno precedente alla votazione la sottosegretaria del MEF Maria Cecilia Guerra (Articolo 1), che credendo fermamente al d.d.l. asserisce di non poter continuare a restare nel Governo qualora non vi siano evoluzioni favorevoli o, ancora peggio, avvenga la soppressione dell’art. 6.

A inasprire i rapporti nella maggioranza sono infine l’attuazione del PNRR, coi 51 obiettivi previsti da Bruxelles entro giugno 2022, e la difficile situazione del conflitto Russia-Ucraina, che contrariamente a quanto si pensasse non hanno distratto gli esponenti di Governo dall’agenda: la Delega Fiscale era già stata approvata in Consiglio dei Ministri il 29 ottobre 2021.

Cosa succederà ai possessori d’immobili con la Riforma del Catasto 2022?

Secondo l’Analisi dell’Impatto della Regolamentazione, che accompagna la Legge Delega, la nuova Riforma del Catasto non avrà ripercussioni fiscali dirette, eccetto quelle sulle rendite catastali attualmente vigenti, potrebbe però interessare 39 milioni di persone fisiche e 1,5 milioni di persone giuridiche: stando alle stime del Servizio Lavoro Coesione e Territorio UIL, coi nuovi valori catastali le rendite aumenteranno di oltre il +128%, con aumenti IMU fino a +1.150 euro e valori ISEE per una prima casa di categoria media che potranno aumentare fino al +319%.

A conti fatti, considerando 34,9 milioni di abitazioni censite sui 64,4 milioni di immobili totali secondo MEF-Agenzia delle Entrate, il d.d.l. potrebbe rappresentare una vera e propria stangata specialmente per il ceto medio-basso, che vedrà le sue case aumentare drasticamente di valore ed essere quindi soggette a maggiori tassazioni, cosa temuta nel centrodestra e in Confedilizia, che prevede rincari IMU dal 2026. In ogni caso, nuovi Decreti Delegati potrebbero cambiare prossimamente le decisioni.

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Autore

  • Massimiliano Biagetti

    Fondatore di Economia-italia.com e Finanza.Economia-italia.com è analista finanziario e trader.

Commenti

2 risposte a “Riforma del Catasto 2022, cos’è e cosa succederà?”

  1. L’unica cosa che mi sento dire che ancora una volta i nostri cari politici pur di non dimezzarsi le loro spettanze e privilegi “mettono le mani nelle nostre tasche” voglio ricordare loro che la casa l’ho pagata io e la sto ancora pagando un idea che potrei dare ai nostri politici almeno si esentasse di pagare chi ancora ha un mutuo in corso.

  2. Avatar Giovanni NICOTRA
    Giovanni NICOTRA

    Occorre avviare una vera politica di controllo del territorio, non per far pagare di più chi è già in regola od ha commesso piccoli ed insignificanti abusi ma per individuare quelli consistenti o pericolosi per l’ambiente, facendo sì che, pagando tutti, si abbassino le tasse o si migliorino i servizi.

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