Il Bonus mamma domani è un contributo di 800 euro per le donne in stato di gravidanza dal settimo mese in poi, senza differenze di reddito o provenienza, o per madri naturali o madri adottive, basta avere la residenza in Italia ed essere in regola con i documenti ( permesso di soggiorno) .
Questa manovra voluta fortemente da Alfano e dai politici della sua ala servirebbe a promuovere le nascite rimpolpando le fila di quello che sta sempre più diventando un paese di vecchi e per vecchi. Non è tutto oro quello che luccica, però, e infatti il Bonus mamma sembra sparito nel nulla o quanto meno quasi impossibile da reperire, peggio di un Santo Graal. Il Bonus mamma domani, si può integrare con il Bonus Bebè assegno di Natalità e al Bonus nido.
Il Bonus mamma e come fare per richiederlo ed ottenerlo senza rimanere intrappolate nelle maglie della burocrazia?
Cos’è il Bonus mamma e chi ne ha diritto
Non è necessario presentare il Modello ISEE per questo Bonus.
La scelta del Governo di tutelare la maternità sembrava, almeno sulla carta, molto valida, anche perché avrebbe ridotto all’osso lo spreco di risorse concedendo il bonus solo alle donne che avrebbero partorito davvero. Salvo casi imponderabili, infatti, il settimo mese è un momento ormai lontano dal rischio sia per la mamma che per il bambino.
Bonus mamma domani: che cosa è successo?
Il Bonus mamma appariva una grande idea, ma si è rivelato una specie di mostro di Lochness: introvabile. Che fine ha fatto il Bonus mamma che doveva entrare in vigore dal 1 gennaio 2017?
I fondi stanziati non erano pochi, trattandosi di 600 milioni di euro: l’Inps, però, avrebbe dovuto attivare una piattaforma online tramite la quale presentare domanda, perché le domande sarebbero state valide solo se presentate per via telematica. Invece tutto tace. Cosa è successo nei database dell’Inps? Molte neo mamme hanno provato anche a chiamare i call center dell’Istituto di previdenza sociale, ricevendo risposte scoraggianti o omertà totale. Gli impiegati non ne sanno nulla, ma possono solo consigliare alle future mamme di fare “come se il bonus non ci fosse”. Di arrangiarsi, insomma. Poi se un giorno arriverà, forse, verranno rimborsate. Forse.
Il primo cenno d’informazioni da parte dell’Inps si è avuto negli ultimi giorni di febbraio, quando una circolare ufficiale informava le mamme dei requisiti dettagliati da avere per richiedere il bonus, ma non faceva parola di quando sarebbe entrato in funzione il software per la presentazione delle domande.
Le promesse del Governo: “Chi ne ha diritto lo avrà”
Enrico Costa, Ministro per la Famiglia, ha cercato di fare chiarezza sulle polemiche pesanti che sono scoppiate negli ultimi giorni. Costa ha detto che chi ha diritto al denaro lo otterrà senza dubbio. La colpa dei ritardi nell’apertura della piattaforma per presentare le domande non intaccherà dunque il diritto delle donne, che verranno adeguatamente rimborsate. Il Ministro ha anche rassicurato di aver iniziato ad accertarsi che tutto stesse andando secondo le disposizioni già a partire da dicembre 2016, ovvero da prima che il bonus entrasse in vigore. L’Inps aveva dato ampie assicurazioni di stare preparando la piattaforma, ma ad oggi non ci sono buone notizie all’orizzonte.
Altre agevolazioni per le neo mamme
I ritardi del governo nel Bonus mamma sono sicuramente un problema per molte famiglie. Bisogna però riconoscere che le formazioni familiari con figli molto piccoli hanno diritto ad alcune importanti agevolazioni che è bene conoscere. Esisterà presto, ad esempio, un bonus da 150 euro mensili per chi deve iscrivere i piccoli all’asilo nido. L’incentivo è stato previsto all’interno della legge Decreto 0-6 ed aiuta le famiglie con bambini in età pre scolare nel pagamento delle rette, a volte inavvicinabili, per le scuole per l’infanzia. Non bisogna dimenticare, infatti, che a volte i costi diventano insostenibili, specialmente se i bambini sono più di uno. Il vantaggio di questo tipo di bonus è che può essere usato non solo nei nidi comunali, ma anche nei nidi privati convenzionati per ricevere quest’assistenza: un bel salto di qualità per i genitori lavoratori a tempo pieno, che spesso si vedono costretti a pagare un prezzo maggiorato a strutture private che accolgano i bambini fino al tardo pomeriggio.
C’è poi il bonus bebè, un assegno familiare dato ai nuclei che hanno un bambino a carico al di sotto dei tre anni, sia naturale che adottato. Quest’ultimo può essere richiesto dalle coppie di genitori che hanno un Isee al di sotto dei 25 mila euro annui. Se l’Isee supera questa soglia, gli assegni familiari vengono sospesi automaticamente.
Infine ci sono delle agevolazioni per chi sceglie di ricorrere ad una tata privata. Chi rinuncia al congedo di maternità o di paternità per tornare subito al lavoro ed affida il proprio bambino ad una baby sitter ha diritto a dei voucher per un valore massimo di 600 euro, spendibili per un tempo massimo di 6 mesi per le lavoratrici statali e di 3 mesi per quelle indipendenti.
Esiste un altro tipo di voucher asilo nido, da non confondere con quello citato sopra, corrispondente alla cifra di 1000 euro ed erogabile ancora una volta a genitori che debbono iscrivere i bambini alle scuole per l’infanzia. Questo voucher non è cumulabile con quelli per la babysitter né con il bonus bebè e non può essere inserito nella detrazione Irpef.
I problemi della mancata attivazione del Bonus mamma
Stando alle indiscrezioni lasciate trapelare dallo stesso Ministro Costa, i problemi principali sarebbero da imputare ad un farraginoso funzionamento della macchina burocratica. Non tutti i passaggi, infatti, sono stati eseguiti in tempo, e dunque la partenza della manovra stenta ad avvenire per via della mancanza di autorizzazioni e firme da parte di chi di dovere.
Si stima che il Bonus mamma sarebbe dovuto arrivare a circa 750 mila future mamme, aiutando dunque altrettanti nuclei familiari a sostenere la spesa pre natale ed immediatamente successiva alla nascita del bambino.
Costa, in alcune interviste, aveva dichiarato che il suo partito e tutto il Governo che si era impegnato in prima persona nella realizzazione di agevolazioni per alcune categorie sociali, come le mamme, era un Governo concentrato sull’abbattere le maglie della burocrazia infinita che caratterizza l’Italia, rendendo le procedure di qualsiasi incombenza abbastanza snelle e veloci. Così non è stato per il Bonus mamma, fermo ai blocchi di partenza ormai da mesi, e che rischia di diventare un peso sulla coscienza di molti esponenti della classe politica.
Cosa ne pensano le mamme
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