Detrazioni Spese Universitarie 2023 nel 730, Dichiarazione dei Redditi e Unico

Le tasse universitarie in Italia variano in base al corso di studio e all’università scelta. In generale, le tasse universitarie in Italia per i corsi di laurea triennale si aggirano intorno ai 1.000-2.000 euro all’anno, mentre per i corsi di laurea magistrale possono arrivare fino a 3.000-4.000 euro all’anno.

Tuttavia, esistono diverse tipologie di agevolazioni per gli studenti che possono ridurre l’importo delle tasse universitarie o renderle addirittura gratuite. Ad esempio, ci sono borse di studio e contributi a fondo perduto che vengono assegnati in base al merito o alla situazione economica dello studente.

Inoltre, per gli studenti fuori sede, esistono anche agevolazioni per la sistemazione in alloggi convenzionati con l’università o con enti pubblici locali, nonché agevolazioni per il trasporto pubblico locale.

In ogni caso, per conoscere con precisione l’importo delle tasse universitarie per il corso di studio prescelto, è necessario consultare il sito web dell’università o contattare direttamente il servizio studenti dell’ateneo.

Quanto è l’ISEE per accedere alle agevolazioni per le tasse universitarie?

L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è un parametro utilizzato in Italia per determinare la situazione economica di una famiglia o di un individuo e per stabilire l’accesso a diverse forme di agevolazioni, tra cui quelle per le tasse universitarie.

Il valore massimo dell’ISEE per poter accedere alle agevolazioni per le tasse universitarie varia a seconda dell’università e del corso di studio prescelto. In generale, il valore massimo dell’ISEE per poter accedere alle agevolazioni per le tasse universitarie varia tra i 15.000 e i 30.000 euro.

Tuttavia, è importante tenere presente che il valore massimo dell’ISEE non è l’unico criterio utilizzato per assegnare le agevolazioni per le tasse universitarie. Infatti, l’assegnazione delle agevolazioni dipende anche dal budget disponibile dell’università e dalla quantità di richieste presentate dagli studenti. In ogni caso, per conoscere con precisione i requisiti per accedere alle agevolazioni per le tasse universitarie presso l’università di interesse, è necessario consultare il sito web dell’ateneo o contattare direttamente il servizio studenti.

Quali sono le spese universitarie detraibili nel 2023

In Italia, esistono diverse spese universitarie che possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi. Le spese universitarie detraibili includono:

  1. Tasse universitarie: le tasse universitarie per corsi di laurea, master e dottorati possono essere detratte fino a un massimo di 4.000 euro all’anno.
  2. Libri di testo e materiali didattici: i costi sostenuti per l’acquisto di libri di testo e di altri materiali didattici necessari per lo svolgimento del corso di studio possono essere detratte fino a un massimo di 1.000 euro all’anno.
  3. Alloggio: le spese per l’affitto di alloggi per studenti universitari possono essere detratte fino a un massimo di 2.633,80 euro all’anno.
  4. Trasporto: le spese per il trasporto pubblico locale per gli studenti universitari possono essere detratte fino a un massimo di 250 euro all’anno.

È importante sottolineare che la detrazione delle spese universitarie è riservata solo ai contribuenti che hanno un reddito complessivo inferiore a una certa soglia, che viene stabilita ogni anno dalla legge finanziaria. Inoltre, le detrazioni sono soggette a limiti massimi annui e ad altre condizioni previste dalla legge. Per conoscere i dettagli delle detrazioni per le spese universitarie e per verificare la propria situazione fiscale, è consigliabile consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate o rivolgersi a un commercialista.

 

Le spese universitarie sono un imponente onere per i contribuenti che hanno a carico figli che vanno in atenei pubblici, privati o seguono corsi post-laurea. Proprio per questo i vari governi sono sempre andati incontro ai cittadini, dando loro la possibilità di detrarre parte di queste spese nella dichiarazione dei redditi.

Accessibile dal 10 maggio, il Modello precompilato 730 da’ la possibilità fino al 30 settembre di accedere ad agevolazioni al 19% su spese sull’università, ancora pagabili con contanti grazie alla proroga di Legge di Bilancio e Decreto Sostegni bis. Nel dettaglio, quali spese si possono detrarre sull’istruzione universitaria?

Cos’è la detrazione spesa sull’università e cosa prevede la normativa 2023-2024?

Per detrazione universitaria, si intende un’agevolazione sulle spese per atenei pubblici e privati da inserire in dichiarazione dei redditi, attraverso il Modello 730/ dell’Agenzia delle Entrate. Rientra nelle spese detraibili ai fini Irpef dedicate ai figli, in particolare in quelle sull’istruzione. 

Senza prevedere limiti minimi, il rimborso fiscale sarà equivalente al 19% della spesa complessiva, sebbene l’importo massimo deducibile per ogni figlio a carico a beneficio dei contribuenti è stabilito annualmente caso per caso dal MIUR.

Come avviene con altre spese detraibili, disciplinate dall’art. 15, comma 1, lettera e del TUIR, l’agevolazione sulle spese universitarie 2021-2022 riguarda l’anno d’imposta precedente a quello corrente. Contrariamente ai provvedimenti di Legge di Bilancio e Decreto Sostegni bis, non è previsto obbligo di tracciabilità e per il 2021 le spese sostenute in contanti avranno ancora diritto all’agevolazione fiscale, purchè non superiori ai 2.000 euro.

Come è strutturata la detrazione universitaria?

Secondo la Circolare 7/E dell’Agenzia delle Entrate, nel Modello 730 le spese universitarie detraibili al 19% andranno inserite nella Sezione I rigo E8/E10, assieme a quelle sull’istruzione, con Codice Onere 13. Esse riguardano la frequenza di:

  • Corsi d’istruzione universitaria
  • Corsi universitari di specializzazione
  • Corsi di perfezionamento
  • Master universitari
  • Dottorati di ricerca
  • Corsi in Istituti tecnici superiori, equivalenti a facoltà universitarie
  • Corsi presso Conservatori di musica e Istituti musicali pareggiati

Su queste vale il principio di cassa: non verrà calcolato l’anno a cui la spesa si riferisce ma quello in cui è stata effettivamente sostenuta, indifferentemente da età e durata dei corsi di studio, le agevolazioni saranno quindi disponibili anche per lavoratori e soggetti fuori corso.

Tutte le detrazioni saranno a beneficio dei soggetti che prendono carico degli studenti, anche se differenti dai genitori. Se ripartite tra più soggetti, deve essere annotata la relativa percentuale di ripartizione.

Quali spese universitarie si possono detrarre?

Le spese universitarie detraibili possono riguardare atenei statali, con agevolazioni su intere quote, e non statali, con quote massime stabilite annualmente dal d.m. 22 febbraio 2021 del MIUR. I bonus saranno disponibili per i costi di:

  • Immatricolazione e iscrizione, anche per studenti fuori corso
  • Frequenza corsi di laurea triennale, specialistica e magistrale a ciclo unico
  • Soprattasse per esami di profitto e lauree
  • Partecipazione a test d’accesso a corsi di laurea a numero chiuso, anche in più aree geografiche e più facoltà
  • Trasferimenti facoltà e/o ateneo
  • Ricongiunzione carriera
  • Frequenza di Tirocini Formativi, ai sensi del d.m. 249/2010 del MIUR

Se per università pubbliche non si hanno limiti di spesa per le detrazioni al 19%, gli importi massimi detraibili per università private possono variare a seconda dei loro percorsi di studi e sedi geografiche, mantenendo i tetti del 2020:

  • Facoltà mediche
    • 3.700 euro al nord
    • 2.900 euro al centro
    • 1.800 euro a sud e isole
  • Facoltà sanitarie
    • 2.600 euro al nord
    • 2.200 euro al centro
    • 1.600 euro a sud e isole
  • Facoltà scientifico-tecnologiche
    • 3.500 euro al nord
    • 2.400 euro al centro
    • 1.600 euro a sud e isole
  • Facoltà umanistico-sociali
    • 2.800 euro al nord
    • 2.300 euro al centro
    • 1.500 euro a sud e isole

Tali limiti valgono anche per università telematiche, equiparate alle private, riferendosi alle loro sedi legali. Medesimo discorso vale per i corsi post-laurea in atenei privati, come dottorati, specializzazioni e master di primo e secondo livello, coi seguenti tetti massimi:

  • 3.700 euro al nord
  • 2.900 euro al centro
  • 1.800 euro a sud e isole

In caso di sedi dislocate sul territorio nazionale, si fa invece riferimento al luogo in cui si svolge il percorso studi, mentre per corsi di laurea e post-laurea all’estero viene considerato il domicilio fiscale dello studente.

Va poi ricordato che a tutti gli importi va aggiunta la tassa regionale per il diritto allo studio, variabile da regione a regione, e che i limiti di spesa comprendono anche l’imposta di bollo.

E’ possibile detrarre spese per Conservatori?

Secondo il d.p.r. 12/2015, la detrazione Irpef 19% spetta anche a spese per Conservatori e Istituti musicali pareggiati riconosciuti dal MIUR, poiché equiparate a quelle universitarie, mentre quelle dedicate a corsi di formazione nel precedente ordinamento rientrano tra gli importi per la formazione scolastica secondaria, ugualmente detraibile in dichiarazione redditi. Sono invece esclusi gli istituti musicali privati.

E’ possibile detrarre spese per affitti fuori sede?

Secondo Agenzia delle Entrate, nel Modello 730/2021 tra le spese universitarie si possono conteggiare anche i costi dei canoni d’affitto per studenti fuori sede, nel limite totale di 2.633 euro/anno. Anche in questo caso il rimborso sarà pari al 19% della spesa, ossia per un massimo di 500,27 euro. Nella Sezione I rigo E8/E10, si dovrà indicare il Codice Onere 18.

Quali spese universitarie non si possono detrarre?

Nonostante le varie voci di spesa incluse, non sono previste detrazioni per:

  • Contributi pagati all’università pubblica per riconoscere lauree conseguite all’estero
  • Acquisto libri, cancelleria e materiale specifico (camici, protezioni, strumenti musicali, accessori di misurazione ecc…)

Sono poi esclusi viaggi con bus e treni, che rientrano però nelle agevolazioni per mezzi pubblici fino a 250,00 euro e, contrariamente ai canoni d’affitto fuori sede, le soluzioni di vitto e alloggio.

Infine, va ricordato che per ogni spesa occorre obbligatoriamente presentare ricevute e bollettini di pagamento recanti gli importi sostenuti nel 2020, pena la perdita del diritto all’agevolazione.

Conclusioni

Assieme a quelle medico-sanitarie e per l’istruzione in generale, le detrazioni fiscali per le spese universitarie sono le più richieste dagli italiani, specie da quelli che pensano al futuro dei propri figli e la costruzione di una loro carriera post-scolastica, considerando impegni e sacrifici nello studio e nell’eventuale trasferimento fuori sede.

A conti fatti, con la medesima normativa dell’anno precedente, l’obiettivo resta la restituzione di parte degli importi sostenuti, dando però, almeno per il 2021, nuova possibilità al contante: se da un lato non aiuta la lotta all’evasione fiscale, dall’altro rappresenta una comodità per quel 38,7% di italiani che, secondo Minsait Payments, preferisce ancora il denaro liquido.

 

Situazione delle detrazioni universitarie negli anni precedenti:

Con apposito decreto, ogni anno il Ministero d’Istruzione, Università e Ricerca fissa cifre di spesa per università pubbliche e private detraibili dalla dichiarazione dei redditi. Il d.m. 19/12/2019 fa riferimento al periodo d’imposta 2019, con cui è possibile avere detrazioni delle spese universitarie lorde del 19%

Disponibili per lauree triennali, magistrali, a ciclo unico e anche per corsi post-laurea, gli importi massimi sono calcolati in funzione dell’area disciplinare e del territorio. Secondo la Legge di Bilancio 2020, anche le detrazioni universitarie richiedono pagamento tracciabile alternativo al contante. Quali sono e qual è il loro valore?

Cosa sono le detrazioni delle spese universitarie e cosa prevede la normativa?

Parlando di detrazioni universitarie, si intendono agevolazioni su importi inerenti all’ambiente accademico conteggiate nella dichiarazione dei redditi, con cui gli studenti possono recuperare una parte delle loro spese. L’art. 15, comma 1 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi prevede la possibilità di detrarre il 19% dell’imposta lorda sulle spese sostenute nell’anno precedente. E’ disponibile anche per figli e altri familiari fiscalmente a carico.

Secondo il d.m. 19/12/2019 del MIUR, pubblicato l’11/02/2020, le università pubbliche statali hanno spese interamente detraibili, al contrario delle non-statali, per cui è il decreto stesso a stabilire importi minimi in base a quelli medi versati dalle pubbliche.

Ai sensi della Legge di Bilancio 2020 (d.l. 160/2019), dal 1 gennaio 2020 i pagamenti delle spese accademiche dovranno essere effettuati con transazioni tracciabili come bonifici, tramite operazione bancomat, carte di credito/debito/prepagate o strumenti digitali, nella stessa modalità di quelle scolastiche.

Leggi anche: Altre spese detraibili dalle tasse

Detrazioni Spese Universitarie nel 730 - Dichiarazione dei Redditi ed Unico
Sopra: un’aula universitaria durante una lezione

Quali sono le spese universitarie detraibili

Come stabilito dal d.m. 19/12/2019, le detrazioni sulle spese universitarie riguardano tutti quegli importi sulla frequenza di corsi presso atenei statali e non, in particolare per:

  • Corsi d’istruzione universitaria, triennale, magistrale o a ciclo unico
  • Corsi di perfezionamento e specializzazione
  • Master universitari di primo e secondo livello
  • Dottorati di ricerca
  • ITS (istituti tecnici superiori) con spese equiparabili a quelle universitarie
  • Corsi di conservatori e istituti musicali equiparati (ne sono esclusi i privati)

E’ inoltre possibile detrarre spese per:

  • Partecipazione a test d’ammissione
  • Immatricolazione e iscrizione anche per fuoricorso
  • Corsi singoli e/o propedeutici alla specializzazione
  • Esami di profitto
  • Appelli di laurea
  • Trasferimenti di corso o d’ateneo
  • TFA (tirocini formativi attivi) per docenti istituiti ai sensi del d.m. 249/2010 del MIUR

Non si possono invece detrarre spese per:

  • Contributi dell’università pubblica per lauree conseguite all’estero
  • Libri di testo e materiale didattico
  • Viaggi per raggiungere la sede
  • Affitto alloggio a distanza inferiore ai 100 chilometri dalla residenza
  • Vitto e spese suppellettili

Le suddette disponibilità ed eccezioni riguardano istituti sia italiani che stranieri sul territorio nazionale e hanno stesso effetto per le università telematiche.

Che valore hanno le detrazioni universitarie?

Oltre a stabilire le spese detraibili, il d.m. 19/12/2019 regola per gli istituti non-statali gli importi massimi di tali agevolazioni in base ad area disciplinare e territorio. I limiti, che restano i medesimi del 2019, sono:

Inoltre, sono disponibili bonus al 19% anche per corsi post-laurea come dottorati e master, dall’importo massimo di:

  • 3.700 euro al nord
  • 2.900 euro al centro
  • 1.800 euro al sud e isole

Tutte le cifre sono poi soggette a tassa regionale per il diritto allo studio. Medesimo discorso vale per la detrazione di corsi di laurea e post-laurea all’estero: l’importo massimo detraibile è stabilito in funzione della zona geografica.

Infine, le università telematiche fanno riferimento al luogo della loro sede legale, mentre ai canoni d’affitto spetta una detrazione massima di 2.633 euro, purchè a distanza superiore di 100 chilometri dalla residenza dello studente o in un’altra provincia.

Come si dichiarano le spese universitarie?

Per dichiarare le spese universitarie che si desidera detrarre (totalmente per atenei statali e al 19% per non-statali) occorre avere a disposizione il modello 730, dove si dovrà compilare il quadro E Oneri e Spese: gli importi verranno indicati nei righi da E8 a E10 inserendo il codice 13, comprendendo anche quelli in Oneri Detraibili, nella Certificazione Unica con codice onere 13.

Affinché la detrazione abbia esito favorevole è necessario conservare tutte le ricevute e dichirazioni di pagamento relative all’anno precedente. Corsi di specializzazione in psicoterapia richiedono invece attestazione dell’istituto accreditato al MIUR. Secondo l’art. 51 del TUIR non si possono indicare spese dell’anno precedente già rimborsate. Gli importi universitari possono invece riferirsi anche a iscrizioni fuoricorso e più anni.

Altre detrazioni

Oltre alle detrazioni previste dal d.m. 19/12/2019, il d.m. 26/06/2020 stabilisce invece esenzione delle tasse universitarie in base al reddito ISEE:

  • 100% se inferiore a 20.000 euro
  • 80% tra 20.000 e 22.000 euro
  • 50% tra 22.000 e 24.000 euro
  • 30% tra 24.000 e 26.000 euro
  • 20% tra 26.000 e 28.000 euro
  • 10% tra 28.000 e 30.000 euro

Tale esenzione è automatica per il primo anno accademico, mentre richiederà almeno 10 CFU per il secondo anno e almeno 25 CFU nei 12 mesi precedenti all’iscrizione degli anni successivi. Ogni università può offrire ulteriori agevolazioni ai propri studenti, espandendo l’esenzione totale a redditi superiori a 20.000 euro o quella parziale oltre i 30.000 euro.

Sono poi previste esenzioni al 100% per studenti:

  • Che hanno conseguito la maturità col massimo dei voti
  • Con disabilità pari o superiore al 66% ai sensi della Legge 104/1992 e con certificato ASL

Godranno dell’esenzione anche figli di soggetti con pensione d’inabilità, presentando autocertificazione dello stato di famiglia e modello ISEE alla propria università.

Conclusioni

Secondo MIUR-USTAT, nell’anno accademico 2018-2019 sono stati registrati circa 1,72 milioni di studenti universitari e circa 326.332 i laureati di I e II livello, rappresentando un valore altamente positivo, a cui si associa la riduzione del tasso di disoccupazione dal -10,2% al -7,6% emerso dai dati AlmaLaurea. Tuttavia, AlmaLaurea stessa registra una perdita di circa 40.000 studenti tra 2018 e 2019 e una media di laureati tra 30 e 34 anni del 27,8%, rispetto al 40,4% europeo.

A conti fatti, come avvenuto ogni anno in passato, davanti a tale criticità anche per il 2020 il MIUR ha stabilito i limiti massimi di detrazione per tasse e spese universitarie. Se da una parte favorisce  la frequenza degli atenei statali e non sul territorio nazionale, dall’altra incentiva le transazioni digitali e alternative ai contanti, contrastando di conseguenza l’evasione fiscale.

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