Le tasse da pagare per le imprese, sono sempre elevate, la pressione fiscale rimane sempre elevata nel 2013, nonostante una flessione fatta registrare rispetto all’anno 2011.
Da una ricerca effettuata dall’osservatorio bilanci del Consiglio Nazionale dei Commercialisti in tandem con l’Università di Genova, la pressione fiscale del 2013 è stata pari al 44 %, in flessione quindi rispetto al 51 % del 2011.
Il tax rate così calcolato si differenzia dagli altri tax rate calcolati da altri istituti (ad esempio Doing Business della Banca mondiale, che prende in esame anche gli oneri fiscali e previdenziali).
I dati si riferiscono al cosiddetto tax rate, ovvero il rapporto tra imposte dirette pagate (Ires e Irap) ed utili delle imprese ed ha preso come riferimento un campione di 300 imprese piccole medie e grandi del settore industria, commercio e servizi che sono accomunate da alcuni requisiti (società di capitali, se legale in Italia, applicazione dei principi contabili).
Ecco una tabella che riassume le principali tasse e imposte dirette e indirette che un’azienda in Italia potrebbe dover affrontare:
Tipo di Imposta | Descrizione | Aliquota (indicativa) | Note |
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Imposte Dirette | |||
IRES (Imposta sul Reddito delle Società) | Imposta sul reddito netto delle società di capitali | 24% | Aliquote diverse per banche e società non operative |
IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) | Imposta regionale sul valore della produzione netta | Varia per regione e settore | |
Imposte Indirette | |||
IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) | Imposta sui consumi, applicata alla maggior parte dei beni e servizi | 22% (aliquota ordinaria) | Aliquote ridotte per alcuni beni e servizi |
Accise | Imposte sui consumi di specifici prodotti (carburanti, alcolici, tabacco) | Variabile a seconda del prodotto | |
Imposta di registro | Imposta su atti, documenti e registrazioni | Variabile a seconda del tipo di atto | |
Imposta di bollo | Imposta su documenti e registrazioni | Importi fissi o proporzionali | |
Altre Imposte e Contributi | |||
Contributi previdenziali e assistenziali | Contributi obbligatori per i lavoratori dipendenti | Variabile a seconda del settore e della retribuzione | |
IMU (Imposta Municipale Unica) | Imposta sugli immobili posseduti dall’azienda | Variabile a seconda del Comune e del tipo di immobile | Esenzioni per immobili strumentali |
TARI (Tassa sui Rifiuti) | Tassa per la gestione dei rifiuti | Variabile a seconda del Comune e della superficie dell’immobile |
Note Importanti:
- Aliquote: Le aliquote indicate sono indicative e possono variare in base a diversi fattori, come il settore di attività, la regione, il tipo di immobile, ecc.
- Esenzioni e agevolazioni: Esistono numerose esenzioni, agevolazioni e deduzioni che possono ridurre il carico fiscale delle aziende. È importante consultare un commercialista o un esperto fiscale per valutare la situazione specifica della propria azienda.
- Aggiornamenti normativi: La normativa fiscale è in continua evoluzione. È quindi fondamentale tenersi aggiornati sulle ultime novità per evitare sanzioni e ottimizzare la propria posizione fiscale.
Quante tasse pagano le imprese rispetto agli utili – Tax Rate:
Dal novero dei calcoli sono stati comunque escluse le micro imprese (ossia quelle con meno di 10 addetti e giro di affari inferiore ai 2 milioni di euro).
Allo stesso modo dal novero delle società utilizzate sono fuoriuscite anche le grandi imprese assicurative e bancarie.
Pertanto il corporate tax è stato calcolato solo per imprese con un tax rate positivo (75 % di tutte le imprese analizzate) e di queste un 14 % ha fatto registrare quindi oneri fiscali anche in presenza di un conto economico in rosso anche se in per lo più per la presenza di Irap.
Al di fuori del valore della mediana la media delle imprese analizzate indica un corporate tax rate che nel 2013 è stato pari al 25,6 % in netta diminuzione rispetto ai valori rilevati negli anni 2011 e 2012.
Non solo IVA, insomma
Per quanto riguarda le richieste degli addetti ai lavori per diminuire la pressione fiscale, segnaliamo quella inerente l’incremento degli interessi passivi (oggi limitata al 30 % del Rol).