Sanzioni per chi Accende Termosifoni fuori dagli Orari, Importi Multe e verifiche

Seppur freddo, il prossimo inverno sarà all’insegna del riscaldamento moderato, a causa della perdita d’approvvigionamenti di gas dalla Russia e del rispettivo decreto del ministro Cingolani, che impone ore in meno d’accensione degli impianti in casa. Nell’articolo di oggi scopriremo che sanzioni sono previste per chi accende termosifoni fuori dagli orari e cosa succederà.

Un’ora in meno al giorno per quindici giorni a stagione, queste le disposizioni generali per contrastare lo spreco di gas. Nel provvedimento anche le regole generali per il corretto rispetto della legge. Comprendendo nel dettaglio il decreto, cosa succederà con le sanzioni per i riscaldamenti accesi fuori orario?

Termosifoni accesi fuori orario, cosa dice la normativa?

Con il nuovo D.M. 6 ottobre 2022, il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha definito le regole sul riscaldamento per l’imminente stagione invernale, in linea con l’art. 4, comma 2 del D.P.R. 74/2013 e col Piano di Riduzione dei Consumi di Gas Naturale, adottato davanti alla riduzione di approvvigionamenti russi, secondo il MITE a -62,06% rispetto al 2021.

Stando al decreto, si richiederà l’abbassamento di -1°C delle temperature in ambienti riscaldati, aziende incluse, con riduzione del tempo d’accensione dei termosifoni:

  • Un’ora in meno al giorno
  • 15 giorni in meno sulla stagione, 8 dopo la data d’inizio e 7 prima della fine

Per aiutare i privati cittadini a rispettare correttamente le nuove disposizioni, ENEA pubblicherà prossimamente un vademecum con indicazioni precise e importanti informazioni per impostare le temperature delle proprie case e uffici, passando per la gestione di caldaie a gas e valvole termostatiche con tempistiche necessarie al ricambio d’aria. Il documento varrà anche per i condomini a riscaldamento centralizzato, con gli amministratori che dovranno renderlo disponibile entro 10 giorni dalla pubblicazione.

 

Sanzioni per chi accende termosifoni fuori dagli orari, importi e verifiche

Quando si possono accendere i riscaldamenti col nuovo decreto?

Ai sensi del D.P.R. 412/1993, il territorio nazionale è suddiviso in sei zone climatiche differenti per temperature medie, dalla A più mite alla F più aggressiva. Col nuovo decreto del MITE, i tempi d’accensione saranno così suddivisi:

 

Zona

Area geografica

Ore d’accensione

Periodo

A

Sud e isole

5 ore/giorno

8 dicembre-7 marzo

B

Grandi città sud come Agrigento, Reggio Calabria, Messina o Trapani

7 ore/giorno

8 dicembre-23 marzo

C

Città come Napoli, Imperia e Cagliari

11 ore/giorno

8 novembre-7 aprile

D

Grandi città centro-sud come Roma, Firenze, Foggia, Ancona o Oristano

11 ore/giorno

8 novembre-7 aprile

E

Grandi città centro-nord  come Milano, Torino, Bologna o L’Aquila

13 ore/giorno

22 ottobre-7 aprile

F

Arco alpino

Nessuna limitazione

 

Secondo disposizioni, saranno escluse dalle restrizioni strutture particolari purchè non ubicate in fabbricati condominiali, come:

  • Ospedali
  • Cliniche e case di cura pubbliche e private
  • Scuole materne e asili nidi
  • Palestre, piscine e spa
  • Sedi diplomatiche o internazionali

In caso di comprovate esigenze climatiche, i sindaci dei comuni possono ampliare periodi d’esercizio e orari giornalieri d’accensione dei termosifoni, diffondendo notizia ai cittadini. Questo anche fuori dalla stagione fredda, qualora le condizioni meteo ne giustifichino l’utilizzo, sempre con orario giornaliero non superiore alla metà di quello previsto per l’accensione a pieno regime. Inoltre, i limiti non sono applicati per impianti con calore contabilizzato o gestiti con contratto di servizio energetico.

Che controlli e quali sanzioni per riscaldamenti accesi fuori dagli orari?

Il testo del D.M. 06/10/2022 indica che a vigilare sul territorio nazionale sul rispetto di tempistiche d’accensione riscaldamenti potrà essere l’autorità competente, intesa come polizia locale, con controlli a campione e ispezioni sugli impianti termici ai sensi di altre normative come Legge 192/2005 e D.P.R. 74/2013, privilegiando sempre accordi tra enti locali o altri organismi pubblici o privati e autorità definite dalle leggi regionali e provinciali.

Non modificando le normative attuali, con riferimento al Testo Unico Edilizia (D.P.R. 380/2001) chi non rispetta i criteri di riduzione riscaldamento poteva incorrere in multe da 516,00 a 2.582 euro, ma in conformità alla Direttiva UE 2018/2002 saranno previste sanzioni da 500,00 a 3.000 euro a carico di:

  • Proprietari o conduttori d’unità immobiliare
  • Amministratori condominiali o soggetti terzi responsabili dell’immobile che non vi effettueranno controllo e manutenzione

Sarebbe molto difficile entrare nelle caldaie e nelle docce dei cittadini. Bisognerebbe avere anche gli strumenti per farlo in maniera capillare.

Queste le parole del ministro Roberto Cingolani, che indica la grande difficoltà nella vigilanza sul rispetto delle nuove regole: davanti al problema dei controlli in assenza di modalità specifiche, il Governo si affiderà alla responsabilità dei cittadini o, in alternativa, a strumenti terzi di monitoraggio dei punti di prelievo sulla rete riscaldamento.

Quali modi per risparmiare sul riscaldamento?

Secondo Giuseppe Bica, presidente dell’Associazione Nazionale Amministratori Immobili, per il 2023 saranno previsti aumenti per i riscaldamenti tra +35% e +40%/anno, che incideranno sulle bollette mensili o bimestrali fino a +15%.

Stefano Casiraghi di Altroconsumo asserisce che ogni grado superiore ai 20°C porterà i consumi a +8%, consigliando però alcuni metodi per risparmiare sui riscaldamenti: sia per abitazioni che aziende, questi si basano sul ridurre le dispersioni di calore attraverso nuove guarnizioni sulle finestre, utilizzo di paraspifferi per fermare l’aria fredda esterna e chiudere il più possibile le porte degli ambienti riscaldati.

Gas russo e riscaldamenti, l’attuale situazione italiana

Secondo degli ultimi dati, a inizio ottobre 2022 le forniture di gas russo in Italia erano meno di 15 milioni di m3, -96,9% rispetto allo stesso periodo 2021 e pari a solo all’1,1% del totale di 1,36 miliardi, di cui il 41,6% proveniente dall’Algeria e 18,4% dall’Azerbaigian. Una situazione critica, che prevedrà l’esaurimento delle riserve entro primavera 2023 qualora i flussi russi rimangano bassi, le altre forniture non li sostituiranno e i consumi non diminuiranno.

A conti fatti, la scelta del ministro Cingolani davanti a tale condizione è atta proprio a ridurre i consumi, nonostante l’inverno in arrivo sia particolarmente freddo: sempre in base alla propria zona climatica, per non incorrere in sanzioni fino a 3.000 euro si consiglia di accendere i riscaldamenti solo quando strettamente necessario e nelle ore più fredde della giornata, con finestre e porte chiuse, così da mantenere il calore all’interno più a lungo. Resterà comunque l’incognita di controlli e rispetto delle regole, che potrebbero davvero dipendere dal buonsenso degli italiani.

 

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