Come Aprire una Partita IVA nel 2022: novità e requisiti necessari

Con la Legge di Bilancio e il Decreto Fiscale 2020 arrivano importanti novità sulla Partita IVA. A partire dal 1 gennaio 2020 cambieranno e diverranno più stringenti i requisiti, specie quelli legati all’accesso al regime forfettario e quindi alla flat tax, che prevede un’aliquota agevolata al 15% per ricavi fino a 65,000 euro e al 5% per i primi 5 anni di vita imprenditoriale.
Davanti queste restrizioni, in modifica dell’art.1 del d.l. 190/2014, lavorare come liberi professionisti può diventare più arduo, è però una manovra mirata a riequilibrare le tassazioni tra diverse Partite IVA. Per capire come aprire una Partita IVA nel 2020, di conseguenza, occorre fare le dovute valutazioni, anche in funzione della propria categoria professionale.

Quanto costa aprire una Partita IVA nel 2022?

I costi di una Partita IVA variano a seconda di vari fattori, come la propria natura professionale, il regime fiscale scelto e il volume produttivo dell’attività in questione. Per tale ragione sono determinati da spese fisse e variabili:

  • Fisse
    • Diritto camerale
    • Contributi INPS
    • Contributi Inail
    • Commercialista
    • Imposte bollo
  • Variabili, oneri da versare allo Stato annualmente in funzione di

Esistono tuttavia delle modalità per aprire una Partita IVA gratuitamente, grazie alla Comunicazione Unica del Registro delle Imprese e il suo software ComUnica Impresa. Durante la procedura è necessario compilare una serie di moduli:

  • Obbligatori Registro Imprese
  • Agenzia Entrate
  • INPS
  • Inail

Tali informazioni verranno poi inviate dal Registro delle Imprese alla Camera di Commercio di competenza, che entro 7 giorni comunicherà al professionista l’esito della pratica.

Per l’apertura di una Partita IVA con ComUnica gli unici requisiti sono:

  • Firma digitale
  • Credenziali piattaforma Telemaco del Registro delle Imprese

A prescindere da ragione sociale e natura giuridica la procedura è gratuita, eccetto che per spese di segreteria, svolgimento pratiche e imposte di bollo.

Infine, in funzione della categoria professionale, che si apra Partita IVA presso enti competenti o telematicamente è possibile scegliere se versare i propri contributi nelle casse INPS (Gestione Separata o Gestione Artigiani e Commercianti) o in una cassa previdenziale specifica, differente per ogni attività.

Come Aprire una Partita IVA nel 2022: novità e requisiti necessari

Cosa cambia per le Partite IVA a regime forfettario nel 2020?

Approvata la notte del 23 dicembre 2019, la Legge di Bilancio 2020 porta novità anche per i professionisti con Partita IVA, che sono già entrate ufficialmente in vigore il 1 gennaio 2020. Assieme al Decreto Fiscale 2020, infatti, la manovra finanziaria cambia diversi requisiti per la libera professione in particolare all’accesso al regime forfettario, attualmente l’unico agevolato in merito.

Infatti, secondo la nuova modifica all’art.1 del d.l. 190/2014, per accedere alla flat tax al 15% resta il margine di ricavo massimo di 65,000 euro annuali, entrano in vigore però 2 nuovi limiti:

  • Spese fino a 20,000 euro lordi nell’anno precedente per beni strumentali, personale e collaboratori
  • Guadagni fino a 30,000 euro lordi percepiti nell’anno precedente da lavoro dipendente, entrate aggiuntive o pensioni

A questa flat tax si aggiunge inoltre la possibilità di avere un’aliquota agevolata al 5% per i primi 5 anni di vita dell’impresa, ossia quando presenta le caratteristiche di una startup, a condizione che:

  • Non vi siano precedenti attività professionali/imprenditoriali nei 3 anni precedenti all’apertura di Partita IVA
  • Non sia un seguito di un’attività precedente, eccetto nel caso in cui quest’ultima sia parte di un percorso pratico/formativo d’abilitazione all’esercizio
  • Non superi i 65,000 euro di ricavi qualora sia un’attività rilevata

La Legge di Bilancio 2020 abolisce invece la flat tax al 20% per Partite IVA fino ai 100,000 euro, presente nel regime forfettario 2019, che tornano alla struttura contributiva del regime ordinario.

Infine, col regime forfettario i redditi imponibili si calcolano in funzione dei coefficienti di redditività applicati ai ricavi, che variano a seconda della propria categoria professionale così come le spese da sostenere, chiamate appunto forfettarie.

Sospensione ammortamenti e nuovo credito d’imposta

Dal 1 gennaio 2020, con la Legge di Bilancio cambiano anche le disposizioni per superammortamento e iperammortamento, che vengono sostituiti da un nuovo credito d’imposta approvato dalla Commissione Bilancio del Senato e dal Ministero dello Sviluppo Economico. Tale credito d’imposta sarà un’agevolazione sugli investimenti in beni strumentali, con percentuale variabile a seconda delle spese sostenute:

  • Dal 40% al 20% per investimenti su automazione industriale e semplificazione dei processi di sviluppo (Industria 4.0)
  • 15% per investimenti su servizi e strumenti informatici
  • 6% per investimenti su beni diversi da quelli sostenuti negli anni precedenti

Obblighi ed esenzioni di fatturazione elettronica

La Legge di Bilancio 2020 conferma, come è stato per l’anno precedente, l’obbligo di fatturazione elettronica per le libere professioni. Ciò significa che sarà necessario emettere fattura elettronica col SID (Sistema d’Interscambio flussi Digitali) dell’Agenzia delle Entrate al fine di dichiarare:

  • Cessioni/vendite beni
  • Prestazioni servizi professionali

Dall’obbligo di fatturazione elettronica sono esentati:

  • Piccoli produttori agricoli
  • Contribuenti con regime agevolato per attività produttive
  • Contribuenti con regime per l’imprenditoria giovanile
  • Contribuenti con regime forfettario (la fatturazione elettronica è facoltativa, ma se utilizzata le tempistiche d’accertamento dell’Agenzia delle Entrate saranno ridotte da 5 a 4 anni)

Resta invece l’obbligo per tutte le categorie di rilasciare scontrino elettronico, anche per i professionisti nel precedente regime dei minimi.

Web tax sulle Partite IVA

Ulteriore effetto della manovra finanziaria del governo è l’entrata in vigore della web tax, ossia una nuova imposta sulle transazioni digitali. Chiamata anche web tax 2020, si riferisce a prestazioni e servizi legati a mezzi elettronici e online, come:

  • Gestione presenze online (web designer, social media manager, copywriter)
  • Vendita prodotti/servizi (e-commerce, installazione piattaforme, consulenza web)
  • Intermediazione finanziaria (broker online, piattaforme di trading)

L’aliquota fiscale è al 3% su servizi dal valore dai 5,5 milioni di euro in su e più di 3,000 transazioni annuali. Viene applicata al prestatore di tali servizi residente in Italia o all’estero.

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Conclusioni

Dopo aver spiegato come aprire una Partita IVA nel 2020 e relativi requisiti della Legge di Bilancio, si può notare a conti fatti che, sebbene siano ora vigenti nuove disposizioni e restrizioni sul fatturato che riducono drasticamente l’accesso al regime forfettario, unico regime agevolato disponibile, nell’ultimo anno aprire una Partita IVA diventa notevolmente più semplice grazie alle procedure online di ComUnica Impresa del Registro delle Imprese, che permettono di semplificare pratiche e ridurre spese con un servizio in cui tale ente fa da intermediario verso le altre istituzioni competenti.

Tuttavia, le nuove disposizioni del Governo Conte rappresentano un allarme verosimile per circa 10,000 detentori di Partita IVA, che si ritroverebbero i loro guadagni gravati dalle imposte dovute alle casse statali. Tutti parlano di recessione per il 2023, ma ancora è tutto da vedere. 

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