Sisma Bonus: cos’è a chi spetta per ristrutturare casa

Il Sisma bonus è il bonus che spetta a milioni di italiani che hanno una casa in zona sismica, oltre che alle zone terremotate .
Il governo, sempre più attento alle politiche ambientali e di sicurezza in materia di edifici, ha deciso di approvare nella legge Bilancio il cosiddetto Sisma bonus, un incentivo finanziario per chi ristruttura le proprie case in chiave antisismica.Come vedremo, il Sisma Bonus è diretto verso chi ha una casa costruita in zona sismica. Come tutti sanno, le zone sismiche in Italia prendono gran parte del territorio della Nostra nazione, dalle Alpi del Nord est, per scendere alla pianura Padana, per poi continuare in tutta la catena montuosa degli Appennini, in particolare a livello del Centro Italia e della Calabria, ma i terremoti, in questi ultimi secoli ci sono stati lungo tutta questa catena montuosa , continuando per tutto l’arco appenninico e per tutti i dorsali di questa lunghissima catena montuosa che percorre praticamente tutta l’Italia da Nord a Sud.

Cos’è il Sisma bonus e a quanto ammonta

Cos’è il Sisma bonus?
Questo finanziamento è stato approvato nella legge di Bilancio ed è un nuovo modo per aiutare i proprietari di case a ristrutturare i propri immobili in chiave antisismica.
C’è da dire che il Sismabonus vale sia sugli immobili registrati come prima casa che come seconda casa.
L’agevolazione aiuta tramite l’imposizione di una forte detrazione fiscale sugli interventi non solo di immobili privati, ma anche di condomini e di attività commerciali e produttive.
Il bonus è entrato in vigore dal 1 gennaio 2017 e sarà valido per un periodo di 5 anni, fino al 31 dicembre 2021.
Il Sisma bonus è figlio di un aumento in positivo del trend di italiani che approfittano delle detrazioni fiscali per innovare i propri immobili o le proprie imprese: nel solo 2016 sono aumentati del 27,7% gli italiani che hanno scelto la formula dell’aiuto statale per fare tutta una serie di interventi come:
  • adeguamento sismico;
  • miglioramento degli impianti di condizionamento;
  • rinnovo di impianti elettrici o idraulici;
  • installazione di pannelli fotovoltaici o altri tipi di energia rinnovabile.
La detrazione fiscale può interessare un tetto massimo di spesa di 96 mila euro, nei quali rientrano anche le operazioni preliminari di valutazione del rischio sismico dell’immobile da parte di esperti geologi. Ci può essere una detrazione dal 70% all’85% delle spese sostenute, così ripartita:
  • case: la detrazione è del 70% se si effettuano migliorie che portano l’edificio a salire di 1 classe, dell’80% se le classi scalate sono 2;
  • condomini: 75% per lo scalo di 1 classe di sicurezza sismica, 85% per due classi.

ATTENZIONE: hanno diritto al SISMA BONUS, quelle abitazioni che sono in zone sismiche di alta pericolosità, cioè in zona 1 e 2 Per controllare se siete in zona sismica 1 o 2 ecco il link della Protezione Civile

Sismabonus: cosa cambia rispetto a prima?

Il Sismabonus si aggiunge a tutte le detrazioni fiscali per la messa in sicurezza degli edifici che già esistevano. In particolare, chi ha effettuato i lavori di ristrutturazione della propria casa in direzione di una creazione antisismica prima del 31 dicembre 2016 poteva chiedere il Bonus terremoto prima casa, una detrazione fiscale del 65% delle spese di adeguamento sismico su un tetto di spesa massimo di 96 mila euro. La richiesta, però, non aveva un carattere così specifico come il Sismabonus, ma era compresa nel generale Ecobonus, ossia l’aiuto da parte dello stato a chi ristrutturava la propria casa per farle avere meno impatto sull’ambiente. L’Ecobonus poteva riguardare l’installazione di impianti fotovoltaici, la creazione di nuovi modi di riscaldamento (come il geotermico), l’adeguamento di impianti elettrici ed idraulici e non da ultime le migliorie per la difesa dai terremoti.
Sismabonus cambia rispetto all’Ecobonus anche nella modalità di rimborso: al posto delle rate annuali per 10 anni ci sono 5 quote fisse di recupero a scadenza annuale.

Il Sismabonus deve essere potuto cedere a terze persone o ad attività diverse dal privato cittadino, specialmente nel caso dei condomini che non hanno influito direttamente sull’ottenimento del bonus (quindi non hanno versato una quota per la ristrutturazione) ma che hanno comunque diritto a godere delle migliorie fatte. Se un’attività rileva le spese di ristrutturazione queste verranno poi rimborsate a chi ha coperto le spese, ma a beneficiarne dovrà essere tutto il condominio.

Sisma Bonus 2018: cos'è a chi spetta per ristrutturare casa
Per controllare se avete diritto al Sisma Bonus, basta guardare la cartina della protezione civile.
le la casa che volete ristrutturare è all’interno dell’area 1 o 2 ne avete diritto.
L’area 1 è quella con il colore arancio acceso, l’area 2 è quella con il colore marroncino.
Come si può vedere, una bella parte di Italia è almeno area 2, area che parte dalla Sicilia, segue tutta la catena dei monti Appennini. Poi c’è la parte del Friuli, a Nord-Est dello stivale.

Beneficiari e requisiti del Sisma bonus

Dopo aver capito cos’è il Sisma bonus bisogna capire come fare a ottenerlo. I beneficiari di questo bonus di ristrutturazione quinquennale saranno i padroni di prime o seconde case situate in zone dichiarate sismiche. La perizia di sismicità della zona viene fatta dall’INGV (Istituto nazionale geofisica e vulcanologia) e vengono suddivise le zone in varie fasce di pericolo.
I requisiti che il cittadino deve soddisfare per ottenere il bonus da parte dello Stato sono:
  • essere il proprietario di un immobile come prima o seconda casa;
  • aver effettuato o effettuare i lavori di ristrutturazione nel quinquennio 1/01/2017-31/12/2021;
  • proporre una ristrutturazione che migliori l’edificio di 1 o 2 classi di sicurezza;
  • eseguire gli interventi su abitazioni private, condomini o edifici a carattere produttivo;
  • possedere un edificio situato in una zona a pericolosità 1, 2 o 3;
  • fissare un tetto di spesa complessivo di 96 mila euro, che comprenda anche tutti gli interventi di sopralluogo e di valutazione del rischio sismico;
  • essere disposti a recuperare lo sconto in cinque quote annuali di importo uguale tra di loro.

Quali sono le zone più sismiche d’italia?

Il Sismabonus si applica con maggiore urgenza alle zone più sismiche d’Italia, cioè a quelle zone situate su aree di dissesto idrogeologico che già sono state vittime di terremoti in passato.
L’INGV ha diviso l’Italia in aree, per determinare i diversi rischi sismici e quindi la diversa pericolosità:
  • zona 1. Sono le zone dove si sono verificati i più spaventosi e pericolosi terremoti della storia italiana: Sicilia orientale, dorsale appenninica con particolare riferimento a Calabria, Irpinia, alto Lazio, Abruzzo, il Friuli Venezia Giulia nella zona carsica;
  • zona 2. Sono le zone a pericolosità elevata: zona appenninica dell’Emilia, Gargano, Piemonte e Liguria, con particolare riferimento alle Cinque Terre;
  • zona 3. La pericolosità di terremoto è media, si possono avvertire scosse di terremoto ma difficilmente sono distruttive: Lombardia, alta Toscana, zone di confine tra il Molise e la Puglia;
  • zona 4. La pericolosità è molta bassa, e le scosse anche lievi possono non essere nemmeno percepite. Qui sono elencate praticamente tutte le zone costiere italiane, l’alta Pianura padana e la Puglia.

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